|
Batard con Tipo 2 (19/11/2018) |
|||||
Ormai sono rimasto a corto di nomi per le ricette, dato che gli impasti sono praticamente sempre gli stessi, e alterno solo un paio di forme. Le uniche differenze in questi ultimi tempi sono particolari sui tempi di lievitazione e sulla cottura. Questa è il perché del nome molto stupido di questa ricetta, che invece una ragione di esistere ce l'ha. 100 gr di farina Antiqua Tipo 2 Impasto fino a far assorbire uniformemente i liquidi, ma senza formare glutine e lascio a temperatura ambiente per 22 ore. Prima di metterla nell'impasto finale la taglio a pezzetti
L'impasto finale: La Biga Metto in autolisi in frigo le farine con 285 gr di acqua per un'ora e 30 minuti. Sciolgo la lecitina nei rimanenti 40 gr di acqua e raffreddo in frigo. Poi metto tutto in ciotola
Dopo qualche minuto a velocità minima per amalgamare il tutto, l'impasto si incorda facilmente con circa 7-8 minuti di velocità 2, tutto solo con il gancio. Porto sul marmo infarinato, faccio un certo numero di pieghe, formo a pagnotta e metto in ciotola
Faccio tre serie di doppie pieghe a tre ogni 20 minuti (un video su come si fanno le pieghe)
Lascio in ciotola per ancora un'ora e 30 minuti, quando è diventato così
Lo divido in due parti, aiutandomi con una bilancia, e faccio delle preforma tonde (un video dimostrativo)
Le lascio riposare, coperte, per 20 minuti, poi formo le batard e le metto nei banetton infarinati (video dimostrativo)
Copro i banetton con i loro teli e lascio lievitare per 2 ore
Rovescio sulla pala, faccio i tagli e inforno
Forno scaldato a 250 ºC ventilato. Prima di infornare passo a 230 ºC statico. Spruzzo acqua sulle pareti e sul pane, e verso una tazzina d'acqua sul fondo per fare abbondante vapore. Ripeto dopo 5 minuti. Lascio a questa temperatura per 15 minuti, poi scendo a 190 ºC per 20 minuti, apro per qualche secondo lo sportello per far uscire il vapore e scendo a 180 ºC per altri 20 minuti, ed infine metto lo sportello in fessura per altri 5 minuti.
e queste le singole pagnotte e il loro interno
Conclusioni L'insieme delle variazioni introdotte ha prodotto un pane davvero notevole. L'aumento di idratazione e la prima lievitazione prolungata, anche se non di molto, hanno fatto ottenere un impasto molto soffice e pieno di gas. La forma finale non lo ha degassato completamente, per cui anche se l'ultima lievitazione non è stata prolungata il pane è venuto molto ben alveolato con una struttura davvero ottima. La cottura a temperatura più bassa ma un poco più a lungo ha dato una crosta croccante ma non eccessiva e una mollica umida il giusto. Il sapore è quello di un pane semintegrale con "quasi" gli aromi di una pasta madre, un Lariano senza forno a legna, ma per il resto molto simile. Il tutto in tempi totali compatibili con un lavoro di circa una mezza giornata, biga a parte. |
|||||